Come nasce una mostra – “Forgive me, distant wars, for bringing flowers home” – RRH
Come nasce una mostra - Forgive me, distant wars, for bringing flowers home, Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian
Immagini inedite e video a cura del Direttore Artistico per raccontare le fasi che caratterizzano i momenti che precedono l’inaugurazione di una mostra.
In questa nuova puntata di Come nasce una mostra, Nicola Ricciardi - Direttore Artistico, racconta il progetto “Forgive me, distant wars, for bringing flowers home” di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian a cura di Abaseh Mirvali che ha segnato molte prime volte per le OGR Torino.
“Innanzitutto è legata alla prima acquisizione delle OGR, tutto nacque durante Artissima 2018, quando d’accordo con la direttrice Ilaria Bonacossa, portammo a battesimo l’OGR Award, un vero e proprio premio che si trasformava in un’acquisizione, con l’idea di andare a costruire nel tempo una piccola ma decisiva collezione all’interno delle OGR.
Ai tempi la giuria di quella prima edizione delle OGR Award era composta da me (Nicola Ricciardi), Abaseh Mirvali e Fawz Kabra, due curatrici internazionali che mi aiutarono a navigare in quella edizione della fiera con un occhio particolare rivolto a delle opere che avrebbero potuto significare qualcosa per l’istituzione ma anche come incipit di un progetto da sviluppare insieme. All’unanimità scegliemmo il lavoro di Rokni Haerizadeh acquistando sei bellissimi disegni esposti permanentemente in OGR. Da quei disegni nacque anche una bellissima collaborazione, una chiacchierata lunghissima con Rokni, Ramin, Hesam e con Abaseh Mirvali che si trasformò poi in meno di un’anno in una mostra, una mostra estremamente corale e collaborativa.
Infatti tra le altre prime volte di quel progetto c’è anche la prima volta in cui rivelammo la produzione di una mostra, si decise con gli artisti e la curatrice di aprire le quinte di quel progetto, facendo sì che gli spettatori, anche durante l’allestimento potessero osservare tutto il lavoro di preparazione del progetto curatoriale e artistico. Allestimmo una sorta di laboratorio all'interno del Duomo delle OGR, dove i tre artisti, i tanti loro collaboratori e tutto il nostro personale lavorava giorno e notte per allestire quella che è una delle mostre più complesse, anche dal punto allestitivo che avevamo realizzato fino ad allora.
Uno dei ricordi più belli che mi porterò di quella mostra riguarda un fondale in particolare, quello del Teatro Regio.
Infatti mentre insieme ad Abaseh stavamo pensando all’allestimento e a come costruire delle partizione per allestire tantissimi lavori che sarebbero entrati nella mostra, ci rendemmo conto che costruire troppi muri sarebbe stato un pò riduttivo per la practice di Rokni, Hesam e Ramin. Decidemmo quindi di lavorare su qualche superficie più sottile, ci venne in mente di dividere lo spazio con dei tessuti, ma non era ovviamente facile trovare dei tessuti che coprissero delle altezze così ampie come quelle del Binario 1 che arrivano fino a 13 metri.
A Francesco Fassone venne in mente un’idea particolare: quella di andare in giro per teatri per cercare quinte e fondali che potessero essere in qualche modo riciclati. Ne trovammo una serie bellissima del Teatro Regio di Torino che erano in procinto di esser buttate perchè ormai vecchie e troppo usate.
Tra queste c’era una con un castello bellissimo di cui gli artisti e la curatrice si innamorarono subito, ovviamente poi essendo Rokni decise di capovolgerlo e trasformarlo anche con degli inserti di colore, e come un’enorme astronave che divideva in due lo spazio di Binario 1.
Nasceva anche in quella occasione una collaborazione con Corraini Edizioni, che va ormai avanti da tanti anni.
Chiedemmo a Corraini di aiutarci a trasformare letteralmente quella mostra in un libro, trasformarla in qualcosa di sfogliabile. Nacque un progetto molto bello perchè rispecchiava perfettamente quell’idea di perenne work in progress. Se infatti oggi sfogliate le pagine quel libro vedrete soprattutto le foto dei lavoratori, di tutte le persone che si sono dedicate a quel progetto. La cosa più bella è che lavorando con gli artisti con e su quel libro ci siamo presi la libertà di trasformarlo, più che una sorta di documento fedele della mostra fatta e finita, in un racconto in presa diretta di cosa vuol dire costruire una mostra così complessa e con così tanti strati. é un libro a cui sono affezionato ed è il primo di una serie di pubblicazioni che da allora abbiamo sempre portato avanti con Corraini.”
Una mostra di prime volte anche la mostra con cui siamo arrivati al primo grande anniversario, al primo anno, alla prima candelina spenta di OGR nel settembre del 2018. Ma questa è tutto un’altra storia che vi racconteremo la prossima settimana!
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