Il diritto a respirare

Quando

09 dic 20

mercoledì 09 dicembre '20

Nel tempo buio della pandemia il respiro è apparso in tutto il suo significato esistenziale e politico. Stiamo imparando che, ben più della terra, è l’aria il nostro vero habitat che dobbiamo condividere. Le ultime parole di George Floyd, ucciso non dal biovirus, bensì dalla violenza poliziesca, sono state I can’t breath. Insieme atto d’accusa contro la prevaricazione e denuncia di quel sistema d’asfissia che ruba il fiato, sono assurte a inno delle nuove rivolte. Nel vortice compulsivo del capitale, quella spirale catastrofica che ha reso il respiro un privilegio per pochi, è l’affanno degli sfruttati che viene in primo piano, di quanti devono piegarsi al ritmo accelerato senza pausa, dei più vulnerabili confinati all’angustia opprimente. I can’t breath è lo slogan che rivendica il diritto di respirare, cioè il diritto politico di esistere.

 

Donatella Di Cesare è la seconda ospite, dopo Gabriella Caramore, della rassegna "La cura del mondo" curata da Associazione Doppiozero di Marco Belpoliti; l’assoluta egemonia di una prospettiva economicistica ha avuto come prima conseguenza quella di sfaldare la possibilità di legame sociale e di promuovere una visione individualista e competitiva. Negli ultimi anni risultano evidenti i costi culturali e sociali, ma anche economici, di una modalità consumistica di abitare il mondo che non interroga le conseguenze del suo agire. Il riscaldamento globale appare come un’ultima chiamata, un invito non a operare correzioni parziali e aggiustamenti, ad adottare nuove strategie, ma a cambiare radicalmente la prospettiva e l’orizzonte di senso. Parlare di cura significa parlare di responsabilità comuni, di legami, di contaminazioni. È essenziale che il discorso torni ad abitare il mondo e che lo faccia partendo da una messa a tema dei nodi che testimoniano lo sfilacciarsi del discorso sociale. Questi quattro incontri provano a annodare un’idea astratta di cura del mondo a una messa a tema dell’altro fuori di noi e della relazione come condizione di possibilità di una partita necessaria.


BIOGRAFIA


Donatella Di Cesare insegna di Filosofia teoretica alla Sapienza Università di Roma. È tra le voci filosofiche più presenti nel dibattito pubblico. Collabora con «L’Espresso», «Il Manifesto», le pagine culturali del «Corriere della Sera», «La Stampa», e molti altri siti e riviste italiani e internazionali. Gli interrogativi etici e politici sulla violenza nell’età della globalizzazione l’hanno spinta a studiare il fenomeno della tortura e quello del terrore, volto oscuro della guerra civile globale (Tortura, Bollati Boringhieri, Torino 2016; Terrore e modernità, Einaudi 2017). Lo scontro epocale fra lo Stato e i migranti è la questione del libro più recente Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione, Bollati Boringhieri 2017 (Premio Pozzale per la saggistica 2018; Premio Sila per economia e società 2018). Gli ultimi suoi libri sono: Marrani. L’altro dell’altro, Einaudi 2018; Sulla vocazione politica della filosofia, Bollati Boringhieri 2018 (Premio Mimesis Filosofia 2019); Virus sovrano? L’asfissia capitalistica, Bollati Boringhieri 2020; ll tempo della rivolta, Bollati Boringhieri 2020.



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